LA SPEZIA – Gli esperti chiamati a stilare la perizia psichiatrica su Daniele Bedini, il presunto mostro di Marinella, prendono tempo.
Lunedì mattina, al Tribunale di La Spezia, è stata esaminata la richiesta dell’avvocato difensore di Daniele Bedini, sotto accusa per il duplice omicidio di Nevila Pjetri e Camilla Bertolotti, che aveva chiesto una perizia psichiatrica per il proprio assistito al fine di capirne meglio le capacità di intendere e di volere.
La richiesta è stata accolta, ma i tecnici scelti dal Tribunale hanno adesso 90 giorni di tempo per provvedere. La decisione, tra l’altro, è stata ascoltata in diretta da Bedini, giovane falegname aullese che avrebbe agito dalle parti di Marinella di Sarzana dato anche l’esame del Dna che aveva dato corrispondenza al sangue rintracciato sul luogo del delitto con il suo.
Bedini era in videocollegamento dal carcere di Udine, dove era stato trasferito in quanto – dando quasi seguito alle sue prime volontà di resistere all’arresto per l’accusa di femminicidio contro Pjetri – aveva tentato una almeno rocambolesca fuga dalla casa circondariale di La Spezia.
Detto ciò, in buona sostanza, qualora venisse dimostrata la sua incapacità di intendere e di volere, l’uomo potrebbe addirittura lascerebbe il carcere in attesa della sentenza.
Bedini è indagato ormai da sei mesi circa per il duplice omicidio, mentre sta già scontando dietro le sbarre due anni per una rapina a mano armata compiuta a Massa prima dei due delitti. L’incidente probatorio del 7 dicembre, comunque, è servito per ora a fare passare altro tempo.

La donna e la transessuale uccise quasi nello stesso punto periferico e a tratti degradato della via passaggio fra Sarzana e Carrara sono solamente le ultime due vittime della catena di femminicidi che ha spesso messo in crisi le certezze di pace della Val di Magra.
Bedini sta attualmente scontando la sua detenzione in regime di sorveglianza speciale 14 bis. Ma in un prossimo futuro potrebbe essere trasferito in una “residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza”. Già al momento la discussione sul tema è molto alta.
Le associazioni del territorio che si occupano di tutelare le donne contro la violenza rispettano intanto la regola del silenzio durante la svolgimento di un processo molto delicato. Forse, storico. Sicuramente importantissimo per tante e tanti. A cominciare da questo punto nodale di svolgimento dello stesso.
NUNZIO FESTA