“Il codice dell’illusionista” è l’imperdibile thriller di Camilla Läckberg edito Marsilio Editore.
Una coppia di investigatori atipica:
Mina è brillante, maniacale e germofobica;
Vincent è immerso nel suo mondo immaginifico così vasto, contenuto a malapena dai tanti meccanismi ossessivi-compulsivi.
Lei è un’investigatrice sui generis e lui è un mentalista, ovvero crea nel suo pubblico l’illusione di leggere la mente.
È un prestigiatore, un vero artista con la fissazione dei numeri.
Quando la polizia di Stoccolma si accorge che un serial killer sta riproponendo dei “giochi di prestigio” macabri e ritualistici, Vincent sembra la persona ideale per arricchire la squadra già particolare di suo.
Mina e Vincent sono intelligentissimi, diversi ma complementari. Un’affinità inspiegabile che si fa strada tra manie, fissazioni, un pizzico di sociopatia e calcoli continui.
Tre vittime uccise dalla stessa mano. Doveva esserci un comune denominatore. Ma quale?
Una narrazione impeccabile, le ultime pagine vengono divorate, parola dopo parola. Perché il collegamento c’è, è sotto i nostri occhi ma unire i tasselli impazziti non è facile.
Un thriller imperdibile per una coppia che pare destinata a nuovi avvincenti capitoli (non solo tra loro). Simili nel dissimile, Mina e Vincent riescono davvero a vedersi. Anche se non si guardano. E questo è l’incantesimo del libro: scavare nella profondità di ogni personaggio e far emergere tutta la luce, oppure il buio più assoluto ed inesplicabile.